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Collegamenti fra Infezione e Malattia Cardiaca

Collegamenti fra Infezione e Malattia Cardiaca
07-nov-2011
Di Denise Grady

Pubblicato: 17 febbraio 1998


Ricercatori hanno recentemente riportato che infezioni nella bocca possono portare il caos in altre parti del corpo, determinando talora coaguli di sangue che possono portare ad infarto ed ictus.

I loro risultati, basati su esperimenti sui conigli, si aggiungono ad un crescente corpo di evidenze su pazienti che collegano alcune infezioni croniche, tra cui la malattia parodontale, alle malattie cardiovascolari. Tali infezioni non hanno dimostrato di causare malattie cardiache, ma la connessione apparente ha catturato una crescente attenzione da parte degli scienziati negli Stati Uniti ed in Europa.

Il nuovo studio è il primo a dimostrare che i batteri della bocca possono indurre la formazione di coagulo, che è l'evento centrale nella maggior parte degli attacchi di cuore e ictus. La ricerca è stata effettuata a Minneapolis presso l'Università del Minnesota da un team guidato dal Dr. Mark Herzberg e il dottor Maurice Meyer e presentato in una riunione dell'Associazione Americana per l'Avanzamento della Scienza a Philadelphia.

I ricercatori hanno indagato che cosa accade quando i batteri che sono innocui in bocca invadono il flusso sanguigno. Questo è probabile che si verifichi in persone con gengive infette, una condizione nota anche come malattia parodontale o piorrea. La malattia parodontale si sviluppa quando i depositi di placca, che sono una pellicola appiccicosa di batteri sui denti, crescono e penetrano sotto il margine gengivale. I batteri cominciano ad erodere i tessuti intorno ai denti e si ricavano un percorso per se stessi sino a giungere nel flusso sanguigno.

Se l’ estensione delle gengive infette e’ ampia, la quantità di tessuto danneggiato, aperto all'invasione, può essere incredibilmente grande. "La malattia parodontale grave è l'equivalente di una ferita di circa cinquanta centimetri quadrati", ha detto il dottor Herzberg. "Immaginate una ferita di queste dimensioni sulla vostra pelle, sempre ulcerata ed esposta ad una grande varietà di batteri." La placca dentale contiene circa 300 specie di batteri ed una grave infezione contiene miliardi di batteri.

Solitamente la malattia parodontale puo’ essere prevenuta spazzolando propriamente i denti, usando il filo interdentale e con regolari pulizie dal dentista, ha detto il dottor Herzberg. Una volta che la malattia avanza può essere necessario un intervento chirurgico ed antibiotici per arrestarla ed il trattamento può richiedere diversi mesi.

Il dr. Herzberg ed il dr. Meyer hanno studiato lo Streptococcus Sanguis, il batterio predominante nella placca dentale. E 'considerato innocuo, un abitante normale in una bocca sana. Ma i ricercatori hanno scoperto che quando si mescolano i batteri con il sangue umano in provetta essi determinano la formazione di coaguli.

Quando miliardi di questi batteri sono stati iniettati in conigli, gli effetti erano potenti. Nel giro di un minuto anomalie cardiache apparivano negli elettrocardiogrammi degli animali, insieme a cambiamenti della pressione sanguigna e della respirazione. Il dr. Herzberg ritiene che tali modifiche siano probabilmente dovute alla formazione di coaguli nelle arterie coronarie e dei polmoni.

I coaguli sono stati causati da una proteina sulla superficie delle cellule batteriche, dice sempre il dr. Herzberg. Le piastrine si attaccano ad essa e cominciano a formare grumi poiche’ la proteina batterica assomiglia ad una naturale proteine umana, il collagene, che è coinvolta nelle prime fasi della coagulazione. Le piastrine apparentemente confondono la sostanza batterica per il collagene. Non tutti i batteri hanno questa proteina, si e’ scoperto che solo i ceppi che ne sono dotati sono stati in grado di provocare forti reazioni negli animali.

"Non ci sono prove che questo batterio causi nell'uomo qualcosa di simile a quello che vediamo nei conigli", ha detto il dottor Herzberg. Ma, ha aggiunto, "Credo che stiamo mostrando la potenzialita’ di questi organismi di contribuire alla formazione di coaguli che possono portare ad un attacco di cuore."

Coaguli sono coinvolti nella maggior parte degli infarti cardiaci ed ictus bloccando le arterie che alimentano il cuore od il cervello. Anche se la maggior parte delle arterie delle vittime sono già state ristrette da depositi di grassi, i soli depositi di solito non sono sufficienti a bloccare l'afflusso di sangue: l’ evento finale è quasi sempre la formazione di un coagulo.

L'idea che le infezioni dentali possano causare problemi in altre parti del corpo è una teoria molto antica che ha trovato favore a fasi alterne in tutta la storia della medicina, ci dice il dr. Herzberg. Studiando la letteratura medica si trova che gli Assiri la proposero nel 7 ° secolo a.C., ma che fu poi dimenticata fino al 16 ° secolo. L' idea svanì di nuovo e riemerse nel 18 ° secolo, quando il dottor Benjamin Rush, medico in Pennsylvania e firmatario della Dichiarazione di Indipendenza, riferi’ che l'artrite era scomparsa in alcuni pazienti dopo che erano stati estratti i denti infetti.

I medici ora prestano seria attenzione alla possibilità che i batteri della bocca possono causare una serie di problemi se raggiungono il flusso sanguigno. Il potenziale collegamento con l'artrite è in fase di studio in alcuni laboratori. Le donne in gravidanza con malattia parodontale sono state trovate a maggior rischio di parto prematuro. E le persone con problemi cardiaci o articolazioni artificiali sono considerate particolarmente vulnerabili a questi batteri e sono invitati a prendere antibiotici ogni volta che si recano dal dentista per trattamenti che potrebbero causare sanguinamento e che potrebbero favorire una invasione batterica.

Inoltre, dal 1989, circa una mezza dozzina di studi hanno trovato che le persone con malattia parodontale hanno un aumentato rischio di malattie cardiache e ictus. L'incremento ha spaziato dal 20 per cento ad un raddoppio o triplicazione del rischio, ha detto il dottor James Beck, un epidemiologo della scuola di odontoiatria presso l'Università del North Carolina a Chapel Hill. Il dr. Beck ha detto che la prova non ha dimostrato un rapporto di causa ed effetto, ma ha fatto presupporre che la malattia parodontale potrebbe aumentare il rischio di malattia cardiovascolare.

Recenti studi hanno anche suggerito che altre infezioni possono giocare un ruolo nella malattia cardiovascolare. Il batterio Chlamydia Pneumoniae, che infetta i polmoni, è ritenuto responsabile del danneggiamento delle arterie ed un virus comune, il Citomegalovirus, è stato anche accusato di causare blocchi arteriosi in persone che hanno avuto un intervento di bypass o di trapianto di cuore.

Il dr. Thomas Quinn, un ricercatore di malattie infettive presso la Johns Hopkins University, ha detto che la maggior parte dei ricercatori pensano che l'infiammazione, la risposta del sistema immunitario causata da infezione, svolga un ruolo importante nella malattia cardiovascolare, forse danneggiando i vasi sanguigni e predisponendoli all'accumulo di depositi grassi. Gli antibiotici che attaccano la Chlamydia Pneumoniae sono stati testati per vedere se possono aiutare a prevenire attacchi di cuore in pazienti ad alto rischio.

"Questa è una nuova area di indagine", ha detto, aggiungendo che potrebbe essere concepibile, a seconda di cosa gli studi riveleranno, che in futuro alcuni pazienti con malattia cardiovascolare potrebbero prendere antibiotici come parte del loro trattamento. Ma il dr. Quinn ha anche sottolineato che a tali i pazienti non sarebbero detto, in ogni caso, che prendendo alcune pillole sarebbero potuti tornare a mangiare in maniera “grassa”. La nuova teoria non contesta le valutazioni stabilite circa i ruoli di dieta ed esercizio fisico nella malattia di cuore, ma solo propone un altro possibile fattore di rischio.

Il dr. Quinn inoltre compara lo stato attuale delle conoscenze a quello che esisteva 10 anni fa per le ulcere dello stomaco. Molti medici allora respinsero l'idea che i batteri, piuttosto che lo stress o la dieta, potessero essere la causa, ma la teoria in ultima analisi si e’ dimostrata corretta e ora la maggior parte delle ulcere sono curate con un trattamento che comprende antibiotici.

Il dr. Charles Hennekens della Harvard School of Public Health, ha dichiarato: "Questo è un campo di ricerca emozionante. E 'attraente e plausibile, ma non ancora conclusivo”. Ha detto che lui ed i suoi colleghi avrebbero presentato dei dati in una conferenza il prossimo mese mostrando che non avevano trovato alcuna connessione tra la malattia parodontale e problemi cardiovascolari in uno studio di più di 20.000 medici di sesso maschile. "Ma questo è solo uno studio," ha detto. Egli ha descritto il lavoro del Dr. Herzberg sulla coagulazione come un'importante scoperta e che occorrono ulteriori studi per determinare la sua rilevanza nell'uomo.

Il dr. Herzberg ha anche detto che ulteriori studi si rendono necessari per determinare se la malattia dentale e le malattie cardiache sono realmente collegate. Ma a prescindere dal risultato si dovrebbe comunque cercare di prevenire la malattia parodontale o trattarla prontamente poiché, se non curata, i denti potrebbero divenire mobili ed eventualmente essere persi.

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